Pubblicazione primo set ESRS (EFRAG): gli obiettivi

PUBBLICAZIONE DEL PRIMO SET DI ESRS: GLI OBIETTIVI DEGLI STANDARD

Il primo set di ESRS, composto dai cross-cutting standards e dai topical standard, verranno approvati ed emanati entro il 30 giugno 2023, mentre il secondo set, composto da standard settoriali e per le PMI, entro il 30 giugno 2024.

Si avvicina sempre di più il momento in cui molte aziende dovranno adeguarsi ai requisiti di sostenibilità imposti a livello europeo, secondo cui dovrà essere redatto un documento non finanziario che, mediante le linee guida messe a disposizione, dovrà essere pubblicato per permettere a tutti gli stakeholder di visionarlo.

Il primo set comprende:

  • 2 cross-cutting standard, ovvero trasversali, che si applicano a tutti gli ambiti di rendicontazione e includono i requisiti generali;
  • 10 topical standard, ovvero tematici, suddivisi a loro volta nelle tre dimensioni ESG: 5 ambientali (cambiamento climatico, Inquinamento, Acqua e le risorse marine, Ecosistemi e biodiversità, Utilizzo delle risorse); 4 sociali (“Forza lavoro”, “Lavoratori nella catena del valore”, “Comunità interessata”, “consumatori e clienti finali”); 1 di governance (“Condotta aziendale”).

 

GLI OBIETTIVI DEI CROSS-CUTTING STANDARD

ESRS 1 (Requisiti generali – “General requirements”) = il suo obiettivo è definire i requisiti generali che le imprese devono rispettare nella preparazione e nella presentazione delle informazioni relative alla sostenibilità.

ESRS 2 (Informazioni generali – “General disclosures”) = stabilisce i requisiti di informativa che si applicano a tutte le imprese indipendentemente dal loro settore di attività e si applicano a tutte le tematiche di sostenibilità (ambientali, sociali e di governance).

 

GLI OBIETTIVI DEGLI STANDARD TEMATICI AMBIENTALI

ESRS E1 (Cambiamento climatico – “Climate change”) = specifica i requisiti di informativa per consentire alle imprese, in fase di rendicontazione, di comprendere:

  • Come l’impresa influisce sul cambiamento climatico, in termini di impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali;
  • I suoi sforzi nella mitigazione degli impatti;
  • I piani e la capacità dell’impresa di adattare il proprio business model e le proprie operazioni verso un modello di economia sostenibile;
  • Qualsiasi altra azione intrapresa per prevenire, mitigare o rimediare agli impatti negativi effettivi o potenziali;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’impresa dal cambiamento climatico, e come l’impresa li gestisce;
  • Gli effetti dei rischi e delle opportunità, legati agli impatti e alle dipendenze dell’impresa dai cambiamenti climatici, sullo sviluppo, sulle prestazioni e sulla posizione dell’impresa nel breve, medio e lungo periodo e quindi sulla sua capacità di creare valore.

La mitigazione dei cambiamenti climatici si riferisce agli sforzi dell’impresa per il processo generale di contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C e di perseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali, come stabilito nell’Accordo di Parigi. Lo standard comprende i requisiti di divulgazione relativi, ma non solo, ai sette gas a effetto serra (GHG): anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PCF), esafluoruro di zolfo (SF6) e trifluoruro di azoto (NF3). Inoltre, comprende i requisiti di divulgazione su come l’impresa affronta le proprie emissioni di gas serra e i rischi di transizione associati.

ESRS E2 (Inquinamento – “Pollution”) = questo standard specifica i requisiti di informativa per consentire alle imprese di comprendere:

  • Come l’impresa influisce sull’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo;
  • Le azioni intraprese per prevenire o mitigare gli impatti negativi materiali effettivi o potenziali;
  • I piani e la capacità dell’impresa di adattare la propria strategia e il proprio business model verso un modello sostenibile, ovvero che si impegni a prevenire, controllare ed eliminare l’inquinamento;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa, in relazione agli impatti e alle dipendenze da inquinamento dell’impresa;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa negli orizzonti temporali a breve, medio e lungo termine dei rischi e delle opportunità materiali derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’impresa.

Lo standard stabilisce i requisiti di divulgazione relativi ai seguenti argomenti: inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, comprese le sostanze estremamente preoccupanti.

La questione della sostenibilità “inquinamento atmosferico” comprende le informazioni relative alle emissioni dell’impresa nell’atmosfera (sia all’interno che all’esterno), nonché la prevenzione, il controllo e la riduzione di tali emissioni e quindi dell’inquinamento.

La questione della sostenibilità “inquinamento delle acque” comprende le informazioni relative alle emissioni dell’impresa nell’acqua, nonché la prevenzione, il controllo e la riduzione di tali emissioni e quindi dell’inquinamento.

La questione della sostenibilità “inquinamento del suolo” comprende le informazioni relative alle emissioni dell’impresa nel suolo e alla prevenzione, al controllo e alla riduzione di tali emissioni e quindi dell’inquinamento.

Le “sostanze preoccupanti” riguardano le informazioni relative alla produzione, all’uso e/o alla distribuzione e alla commercializzazione da parte dell’impresa di sostanze potenzialmente preoccupanti. Tali obblighi di divulgazione mirano a fornire agli utenti una comprensione degli impatti effettivi o potenziali derivanti dal loro uso e/o distribuzione e commercializzazione in un contesto di possibili restrizioni al loro uso e/o distribuzione e commercializzazione.

ESRS E3 (Acqua e risorse marine – “Water and marine resources”) = questo standard specifica i requisiti di informativa per consentire alle imprese di comprendere:

  • Come l’impresa influisce sulle risorse idriche e marine;
  • Le azioni intraprese per prevenire o mitigare gli impatti negativi materiali effettivi o potenziali;
  • Come e in che misura l’impresa contribuisce agli obiettivi europei di Green Deal;
  • I piani e la capacità dell’impresa di adattare la propria strategia e il proprio business model verso il ripristino delle risorse idriche e marine a livello globale;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’impresa in riferimento alla specifica tematica;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa negli orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine dei rischi e delle opportunità materiali.

Questo standard stabilisce i requisiti di divulgazione relativi all’acqua e alle risorse marine. La questione della sostenibilità «acqua» riguarda il rapporto dell’impresa con l’acqua nelle proprie operazioni, a monte e a valle della catena del valore, in termini di impatti, rischi e opportunità, e in che modo affronta efficacemente i problemi relativi alla Copertura delle acque superficiali, sotterranee e acque prodotte.

La questione della sostenibilità “risorse marine” riguarda il rapporto dell’impresa con le risorse marine nelle proprie operazioni, a monte e a valle della catena del valore, in termine di impatti, rischi e opportunità e del modo in cui affronta efficacemente questi problemi. Questi riguardano l’uso delle risorse oceaniche, gli scarichi e le emissioni nell’ambiente che finiscono negli oceani, o attività situate in aree marittime (questioni navali).

ESRS E4 (Ecosistemi e biodiversità – “Biodiversity and ecosystems”) = questo standard specifica i requisiti di informativa per consentire alle imprese di comprendere:

  • Come l’impresa influisce sulla biodiversità e sugli ecosistemi;
  • Le azioni intraprese per prevenire o mitigare gli impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali, per proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi;
  • I piani e la capacità dell’impresa di adattare la propria strategia e il proprio business model, così da essere in linea con il rispetto dei confini planetari della biosfera e del cambiamento dei sistemi terrestri;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa, relativi agli impatti o alle dipendenze dell’impresa stessa sulla biodiversità e sugli ecosistemi e il modo in cui li gestisce;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa negli orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine dei rischi e delle opportunità materiali derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’impresa sulla biodiversità e sugli ecosistemi.

Il presente standard stabilisce i requisiti di divulgazione relativi alla relazione dell’impresa con gli habitat terrestri, d’acqua dolce e marini, gli ecosistemi e le popolazioni di specie animali e vegetali affini, compresa la diversità all’interno delle specie, tra specie e ecosistemi, e la loro interrelazione con le comunità locali e colpite.

La diversità biologica riguarda la variabilità tra gli organismi viventi da tutte le fonti, compresi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, marini e acquatici e i complessi ecologici di cui fanno parte. Un limite ambientale è di solito interpretato come il punto o la gamma di condizioni oltre le quali esiste un rischio significativo di brusche modifiche irreversibili o difficili da invertire ai benefici derivanti dai sistemi di risorse naturali con impatti sul benessere umano (ad esempio, confini planetari).

ESRS E5 (Utilizzo delle risorse ed economia circolare – “Resource use and circular economy”) = questo standard specifica i requisiti di informativa per consentire alle imprese di comprendere:

  • Come l’impresa influisce sull’uso delle risorse, compreso l’esaurimento delle risorse non rinnovabili e la produzione rigenerativa di risorse rinnovabili;
  • Qualsiasi azione intrapresa, e il risultato di tali azioni, per prevenire o mitigare gli impatti negativi materiali effettivi o potenziali;
  • I piani e le capacità dell’impresa di adattare la propria strategia e il proprio modello di business per essere in linea con i principi dell’economia circolare, compresa, ma non solo, la minimizzazione dei rifiuti, il mantenimento del valore dei prodotti, dei materiali e delle altre risorse al loro massimo valore e il miglioramento del loro uso efficiente nella produzione e nel consumo;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa relativi agli impatti e alle dipendenze dell’impresa, derivanti dall’utilizzo delle risorse e dall’economia circolare;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa negli orizzonti temporali a breve, medio e lungo termine dei rischi e delle opportunità materiali derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’imprese dall’uso delle risorse e dall’economia circolare.

Lo standard stabilisce i requisiti di informativa relativi all'”uso delle risorse” e all'”economia circolare” e in particolare:

(a) afflussi di risorse, compresa la circolarità degli afflussi di risorse materiali, tenuto conto delle risorse rinnovabili e non rinnovabili;

(b) deflussi di risorse, comprese le informazioni su prodotti e materiali;

(c) rifiuti.

Per economia circolare si intende un sistema economico in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle altre risorse nell’economia è mantenuto il più a lungo possibile, potenziandone l’uso efficiente nella produzione e nel consumo, attenuando così l’impatto ambientale del loro uso, attraverso la riduzione al minimo i rifiuti e il rilascio di sostanze pericolose in tutte le fasi del loro ciclo di vita, anche applicando la gerarchia dei rifiuti. L’obiettivo è quello di massimizzare e mantenere il valore delle risorse, dei prodotti e dei materiali attraverso la creazione di un sistema che consenta la rinnovabilità, l’uso ottimale a lungo termine o il riutilizzo, la ristrutturazione, la rigenerazione, il riciclaggio e la biodegradazione.

Si basa anche sui quadri legislativi e sulle politiche dell’UE esistenti.

Per valutare il passaggio da un sistema economico “normale” a un sistema economico circolare, il presente standard si basa sull’individuazione di risorse, materiali e prodotti.

 

GLI OBIETTIVI DEGLI STANDARD TEMATICI SOCIALI

ESRS S1 (Forza lavoro – “Own workforce”) = specifica I requisiti di informativa che consentiranno alle imprese di comprendere gli impatti rilevanti dell’impresa in riferimento alla forza lavoro, nonché i relativi rischi e opportunità rilevanti, tra cui:

  • Il modo in cui l’impresa influisce sulla propria forza lavoro, in termini di impatti materiali positivi e negativi, effettivi o potenziali;
  • Qualsiasi azione intrapresa per prevenire, mitigare o rimediare a impatti negativi effettivi o potenziali;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa legati agli impatti e alle dipendenze dalla propria forza lavoro e come l’impresa li gestisce;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa in un orizzonte temporale di breve, medio e lungo termine.

Al fine di conseguire l’obiettivo, lo standard richiede anche una spiegazione dell’approccio generale adottato dall’impresa per individuare e gestire eventuali impatti materiali effettivi e potenziali sulla propria forza lavoro in relazione ai seguenti aspetti sociali, compresi i diritti umani, fattori o questioni:

(a) condizioni di lavoro, tra cui:

  1. impiego sicuro;
  2. l’orario di lavoro;

iii. salari adeguati;

  1. il dialogo sociale;
  2. libertà di associazione, esistenza di comitati aziendali e informazione, i diritti di consultazione e partecipazione dei lavoratori;
  3. contrattazione collettiva, compreso il tasso di lavoratori coperti da contratti collettivi accordi;

vii. equilibrio lavoro-vita privata; e

viii. salute e sicurezza.

(b) parità di trattamento e opportunità per tutti, compresi:

  1. parità di genere e parità di retribuzione per un lavoro di pari valore;
  2. formazione e sviluppo delle competenze;

iii. l’occupazione e l’inclusione delle persone con disabilità;

  1. misure contro la violenza e le molestie sul luogo di lavoro; e
  2. diversità.

(c) altri diritti connessi al lavoro, tra cui:

  1. lavoro minorile;
  2. il lavoro forzato;

iii. un alloggio adeguato; e

  1. privacy.

Questa norma prevede inoltre una spiegazione di come tali impatti, così come la dipendenza dell’impresa dalla propria forza lavoro, possano creare rischi o opportunità materiali per l’impresa. Ad esempio, in materia di pari opportunità, discriminazione nelle assunzioni e la promozione contro le donne può ridurre l’accesso dell’impresa al lavoro qualificato e nuocere alla sua reputazione. Per contro, le politiche volte ad aumentare la rappresentanza delle donne nella forza lavoro e nei livelli superiori della dirigenza possono avere effetti positivi, quali l’aumento della disponibilità di manodopera qualificata e il miglioramento della reputazione dell’impresa.

Deve essere presa in considerazione la “forza lavoro propria” di un’impresa, che deve comprendere sia i lavoratori che hanno un rapporto di lavoro con l’impresa (“dipendenti”) e i lavoratori non dipendenti contratti con l’impresa per la fornitura di manodopera (“lavoratori autonomi”) o lavoratori forniti da agenzie di ricerca e selezione.

La presente norma non riguarda i lavoratori della catena di valore a monte o a valle dell’impresa; tali categorie di lavoratori sono comprese nei lavoratori ESRS S2 della catena del valore.

Lo standard impone alle imprese di descrivere la propria forza lavoro, comprese le caratteristiche fondamentali dei lavoratori dipendenti e non dipendenti che ne fanno parte. Questa descrizione fornisce agli utenti una comprensione della struttura della forza lavoro dell’impresa e aiuta a contestualizzare le informazioni fornite attraverso altre informazioni.

L’obiettivo è anche quello di garantire che gli obblighi di comunicazione consentano alle imprese di rivelare l’allineamento ai diritti umani internazionali ed europei.

ESRS S2 (Lavoratori nella catena del valore – “Workers in the value chain”) = specifica i requisiti di informativa che consentiranno alle imprese di comprendere gli impatti materiali sui lavoratori della catena del valore causati dall’impresa, nonché gli impatti materiali direttamente collegati alle operazioni, ai prodotti o ai servizi dell’impresa stessa attraverso le sue relazioni commerciali e i relativi rischi e opportunità materiali, tra cui:

  • Come l’impresa influisce sui lavoratori nell’intera catena del valore, in termine di impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali;
  • Qualsiasi azione intrapresa, e il risultato di tali azioni, per prevenire, mitigare o rimediare agli impatti negativi effettivi o potenziali;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa in relazione ai suoi impatti e alle dipendenze dai lavoratori nella catena del valore, e come l’impresa li gestisce;
  • La natura il tipo e l’entità dei rischi materiali e delle opportunità legati ai suoi impatti e alle sue dipendenze dai lavoratori nella catena del valore;
  • Gli effetti finanziari dell’impresa in un orizzonte temporale di breve, medio e lungo termine.

Al fine di conseguire l’obiettivo, il presente standard richiede una spiegazione dell’approccio generale adottato dall’impresa per individuare e gestire eventuali impatti effettivi e potenziali sui lavoratori della catena del valore in relazione a:

(a) condizioni di lavoro (ad esempio, occupazione sicura, orario di lavoro, salari adeguati, dialogo sociale, libertà di associazione, compresa l’esistenza di consigli di lavoro, contrattazione collettiva, equilibrio tra lavoro e vita privata e salute e sicurezza);

(b) parità di trattamento e opportunità per tutti (ad esempio, parità di genere e parità di retribuzione per un lavoro di pari valore, sviluppo della formazione e delle competenze, occupazione e inclusione delle persone con disabilità, misure contro la violenza e le molestie sul posto di lavoro e diversità);

(e) altri diritti connessi al lavoro (ad esempio lavoro minorile, lavoro forzato, alloggi adeguati, acqua e servizi igienici e privacy).

Questa norma richiede anche una spiegazione di come tali impatti, nonché la dipendenza dell’impresa dai lavoratori della catena del valore, possano creare rischi o opportunità materiali per l’impresa.

Ad esempio, gli impatti negativi sui lavoratori della catena del valore possono perturbare le operazioni dell’impresa (attraverso i clienti che rifiutano di acquistare i propri prodotti o le agenzie statali che sequestrano i propri beni) e danneggiare la sua reputazione. Viceversa, il rispetto dei diritti dei lavoratori e i programmi di sostegno attivo (ad esempio attraverso iniziative di alfabetizzazione finanziaria) possono offrire opportunità commerciali, come un’offerta più affidabile o l’ampliamento della futura base di consumatori.

ESRS S3 (Comunità interessate – “Affected communities”) = l’obiettivo del presente è quello di specificare gli obblighi di informativa che consentiranno alle imprese di comprendere gli impatti materiali sulle comunità interessate causati o a cui l’impresa ha contribuito, nonché gli impatti materiali che sono direttamente collegati alle operazioni, ai prodotti o ai servizi dell’impresa stessa attraverso le sue relazioni commerciali e i relativi rischi e opportunità materiali, tra cui:

  • L’impatto dell’impresa sulle comunità, nelle aree in cui è più probabile che i rischi siano presenti e gravi, in termini di effetti materiali positivi e negativi, reali o potenziali;
  • Tutte le azioni intraprese per prevenire, mitigare o rimediare agli impatti negativi reali o potenziali;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa relativi ai suoi impatti e alle sue dipendenze dalle comunità interessate, e il modo in cui l’impresa li gestisce;
  • Gli effetti finanziari sull’impresa in un orizzonte temporale di breve, medio e lungo termine.

Al fine di conseguire l’obiettivo, viene richiesta una spiegazione dell’approccio generale adottato dall’impresa per individuare e gestire eventuali impatti effettivi e potenziali sulle comunità interessate in relazione a:

(a) i diritti economici, sociali e culturali delle comunità (ad esempio, alloggi adeguati, cibo adeguato, acqua e servizi igienico-sanitari, impatti legati al territorio e alla sicurezza);

(b) diritti civili e politici delle comunità (ad esempio, libertà di espressione, libertà di riunione, impatto sui difensori dei diritti umani); e

(c) diritti particolari delle comunità indigene (ad esempio, consenso libero, previo e informato, autodeterminazione, diritti culturali).

  1. Questo [progetto] di norma richiede anche una spiegazione di come tali impatti, nonché la dipendenza dell’impresa dalle comunità interessate, possano creare rischi o opportunità materiali per l’impresa.

Ad esempio, le relazioni negative con le comunità colpite possono perturbare le operazioni dell’impresa o danneggiare la sua reputazione, mentre le relazioni costruttive possono portare benefici commerciali, come operazioni stabili e prive di conflitti e una maggiore facilità di reclutamento a livello locale.

ESRS S4 (Consumatori e clienti finali – “Consumers and end-users”) = l’obiettivo del presente è quello di specificare gli obblighi di informativa che consentiranno alle imprese di comprendere gli impatti materiali sulle comunità interessate causati o a cui l’impresa ha contribuito, nonché gli impatti materiali che sono direttamente collegati alle operazioni, ai prodotti o ai servizi dell’impresa stessa attraverso le sue relazioni commerciali e i relativi rischi e opportunità materiali, tra cui:

  • Il modo in cui l’impresa influisce sui consumatori e/o sugli utenti finali dei suoi prodotti e/o servizi, in termini di impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali;
  • Qualsiasi azione intrapresa, e il risultato di queste, per prevenire, mitigare o rimediare agli impatti negativi effettivi o potenziali;
  • La natura, il tipo e l’entità dei rischi e delle opportunità materiali dell’impresa relativi ai suoi impatti e alle sue dipendenze dai consumatori e/o dalle imprese, e come l’impresa li gestisce;
  • Gli effetti finanziari dell’impresa, su un orizzonte di breve, medio e lungo termine, dei rischi e delle opportunità materiali derivanti dagli impatti e dalle dipendenze dell’azienda dai consumatori e/o dagli utenti finali.

Al fine di conseguire l’obiettivo, viene richiesta una spiegazione dell’approccio generale adottato dall’impresa per individuare e gestire qualsiasi impatto effettivo e potenziale sui consumatori e/o sugli utenti finali relativo ai suoi prodotti e/o servizi in relazione a:

(a) impatto delle informazioni sui consumatori e/o sugli utenti finali (ad esempio, privacy, libertà di espressione e accesso alle informazioni (di qualità);

(b) sicurezza personale dei consumatori e/o degli utenti finali (ad esempio, salute e sicurezza, sicurezza di una persona e protezione dei bambini);

(c) inclusione sociale dei consumatori e/o degli utenti finali (ad esempio, non discriminazione, accesso a prodotti e servizi e pratiche di marketing responsabili).

Questo standard richiede anche una spiegazione di come tali impatti, nonché la dipendenza dell’impresa dai consumatori e/o dagli utilizzatori finali, possano creare rischi o opportunità materiali per l’impresa. Ad esempio, gli effetti negativi sulla reputazione dei prodotti e/o dei servizi dell’impresa possono deteriorare le sue prestazioni commerciali, mentre la fiducia nei prodotti e/o nei servizi può portare benefici alle imprese, come l’aumento delle vendite o l’ampliamento della futura base di consumatori.

 

GLI OBIETTIVI DELLO STANDARD TEMATICO DI GOVERNANCE

ESRS G1 (Condotta aziendale – “Business conduct”) = l’obiettivo dello standard è quello di specificare i requisiti di informativa che consentiranno alle imprese di capire la strategia e l’approccio, i processi e le procedure dell’impresa, nonché le sue prestazioni in materia di condotta aziendale.

In generale, le azioni di un’impresa coprono una vasta gamma di comportamenti che supportano pratiche commerciali trasparenti e sostenibili a beneficio di tutte le parti interessate. Lo standard si concentra sulle seguenti pratiche specificate dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD):

(a) cultura aziendale;

(b) gestione dei rapporti con i fornitori;

(c) evitare la corruzione e la corruzione;

(d) l’impegno dell’impresa a esercitare la sua influenza politica, comprese le attività di lobbismo;

(e) protezione degli informatori;

(f) benessere degli animali; e

(g) pratiche di pagamento, in particolare per quanto riguarda i ritardi di pagamento alle piccole e medie imprese.

 

DOPPIA MATERIALITÀ

in ogni standard tematico viene più volte delineato implicitamente il concetto di doppia materialità, incentivando la valutazione sia dal punto di vista degli impatti, sia dal punto di vista finanziario.

Un impatto viene inteso come rilevante quando riguarda gli impatti materiali, effettivi o potenziali, positivi o negativi dell’impresa sulle persone o sull’ambiente in un orizzonte temporale di breve, medio e lungo termine. Vengono inclusi tutti quegli impatti causati in maniera parziale o totale dall’impresa e quelli causati dall’insieme delle operazioni, prodotti e/o attività attraverso la sua rete di relazioni commerciali. Con il termine relazione commerciale si intende l’intera catena del valore, da monte a valle, e non solo i rapporti contrattuali diretti. In questo contesto, gli impatti sulle persone o sull’ambiente includono l’insieme degli impatti in relazione a questioni ambientali, sociali e di governance.

Il processo di valutazione della rilevanza finanziaria comprende (senza limitarsi) all’identificazione delle informazioni utili agli investitori, ai finanziatori e agli altri creditori quando, in qualità di utilizzatori primari dell’informativa finanziaria generale, valutano gli effetti delle questioni di sostenibilità sui flussi di cassa, sullo sviluppo, sul rendimento, sulla posizione, sul costo del capitale o sull’accesso al finanziamento dell’impresa.