ESRS: il primo set di standard europei per la sostenibilità

I nuovi European Sustainability Reporting Standards (ESRS) sono destinati a diventare le linee guida per redigere i bilanci aziendali di sostenibilità nei paesi membri dell’Unione Europea, come emanato dalla nuova direttiva europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

L’Ente che si occupa di stilare i nuovi standard è l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), e il primo gruppo di aziende che dovranno seguire tali principi sono le aziende di grandi dimensioni (con oltre 500 dipendenti), con l’obbligo di pubblicare il bilancio dal 2024. Successivamente, si dovranno allineare altre grandi imprese (con 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di totale attivo), dal 2025. Dal 2026 la rendicontazione sarà vincolante anche per le PMI quotate, per poi abbracciare le PMI europee nella loro totalità.

EFRAG – lo ricordiamo – svolge il ruolo di consulente tecnico della Commissione per la definizione delle regole di informativa ai sensi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

L’Unione Europea vuole trasmettere una nuova idea di comunicazione aziendale, basata sul concetto di doppia materialità (finanziaria e di impatto). L’impresa non dovrà solamente mostrare il suo impegno verso l’ambiente e l’impatto che ne provoca, ma dovrà allo stesso tempo comunicare l’impatto che le tematiche sostenibili provocano nei confronti della performance aziendale.

Gli ESRS sono suddivisi in due categorie: gli ESRS generali (2 trasversali e 10 tematici), presentati nel novembre 2022 su clima, governance e società e gli ESRS settoriali, che verranno pubblicati a giugno 2023:

  • STANDARD TRASVERSALI: ESRS 1 (Principi generali), ESRS 2 (Requisiti informativi generali);
  • STANDARD TEMATICI DI GOVERNANCE: ESRS G1 (Condotta aziendale);
  • STANDARD TEMATICI AMBIENTALI: ESRS E1 (Cambiamento climatico), ESRS E2 (Inquinamento), ESRS E3 (Risorse idriche e marine), ESRS E4 (Biodiversità ed ecosistemi), ESRS E5 (Uso delle risorse ed economia circolare);
  • STANDARD TEMATICI SOCIALI: ESRS S1 (Forza lavoro propria), ESRS S2 (Lavoratori nella catena del valore), ESRS S3 (Comunità interessate), ESRS S4 (Consumatori e utenti finali).

Entro giugno 2023 l’EFRAG pubblicherà la seconda serie di standard ESRS, ovvero quelli relativi alle linee guida settoriali:

  • 5 settori sono già coperti dagli standard GRI: agricoltura, estrazione del carbone, estrazione mineraria, petrolio e gas;
  • 5 settori verranno stilati seguendo la filosofia ad alto impatto: produzione di energia, autotrasporto, produzione di autoveicoli, cibo/bevande, tessile.

La serie 2 includerà anche gli standard ESRS per le PMI.

Mediante l’utilizzo di questi standard, tutte le grandi aziende dell’UE, gradualmente, dovranno divulgare i dati sull’impatto delle loro attività e gli eventuali rischi di sostenibilità a cui sono esposte. Ciò rafforzerebbe l’economia sociale di mercato dell’Unione e getterebbe le basi per gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità a livello globale. Inoltre, potrebbe finalmente porre fine al fenomeno del greenwashing.

La nuova Direttiva europea affronta le carenze della legislazione esistente sulla divulgazione di informazioni di carattere non finanziario (NFRD), percepite come insufficienti e inaffidabili. Il CSRD (Corporate sustainability reporting) introduce requisiti di rendicontazione più dettagliati sull’impatto delle imprese verso l’ambiente, i diritti umani e gli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici europei.

Dal luglio 2021 l’EFRAG collabora con GRI, l’ente internazionale che ha stilato, prima dell’Europa, i principi universali per dare ai bilanci di sostenibilità dei criteri di valutazione riconosciuti in tutto il mondo, tali da renderli comparabili, affidabili, comprensibili e veritieri.

Il lavoro si è concentrato sulla garanzia di un’interoperabilità ottimale tra gli standard globali GRI, incentrati sulla materialità d’impatto, e l’ESRS europeo incentrato sulla doppia materialità. La collaborazione ha lavorato sul principio di base che, ove possibile, tutti gli standard, definizioni, e concetti, avessero il pieno allineamento con i principi GRI.

Come dichiarato dal Presidente del GRI Global Sustaibility Board: «Ci impegniamo a collaborare con l’EFRAG per fornire indicazioni tecniche su come utilizzare le attuali pratiche e processi di rendicontazione basati sui GRI per soddisfare anche le esigenze degli ESRS oltre a lavorare congiuntamente su standard futuri».

Fin dall’inizio, la Commissione europea è stata molto esplicita sul suo obiettivo di non reinventare ma bensì basarsi sugli standard esistenti. Mediante questo approccio viene garantita la comparabilità globale e viene limitato quasi integralmente l’onere di segnalazioni aggiuntive per le imprese. Questa prima serie di standard dimostra che attraverso la collaborazione è possibile raggiungere l’interoperabilità globale nella massima misura possibile.